Di ELENA MELI
È possibile far ‘morire di fame’ le cellule tumorali e così provare a sconfiggere il cancro? Forse sì, stando a una ricerca italiana finanziata dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro: nei topolini ridurre l’apporto di zucchero dalla dieta e utilizzare in contemporanea metformina, un farmaco ipoglicemizzante prescritto a chi soffre di diabete, ha tolto ‘benzina’ al tumore riducendone la crescita.
Non è la prima volta che la metformina, uno dei medicinali più utilizzati per tenere sotto controllo la glicemia nei diabetici, si dimostra utile contro il cancro: si è iniziato a sospettarlo vedendo che l’incidenza di alcuni tumori è inferiore nei diabetici, che per di più se sviluppano un cancro registrano una mortalità minore rispetto a chi non è in cura col farmaco.
Negli anni sono emerse prove per un’azione antitumorale diretta di metformina e sempre più dati sembrano deporre a favore della possibilità che sia in grado di prevenire i tumori e contribuire a ridurne la crescita; lo studio dell’università di Milano, appena pubblicato sulla rivista Cell, dimostra però per la prima volta che l’effetto è possibile soprattutto se il medicinale è associato a una dieta a basso contenuto di zuccheri.
Nello specifico, i topolini dell’esperimento sono stati sottoposti a un’alimentazione mima-digiuno che ha ridotto drasticamente la glicemia; solo in questa situazione l’uso contemporaneo di metformina ha ‘bloccato’ lo sviluppo di tumori come il melanoma o il tumore alla mammella triplo negativo.
Spiega Stefano Minucci, coordinatore della ricerca: «Abbiamo dimostrato che l’associazione attiva un circuito molecolare nuovo, che porta a eliminare una proteina essenziale per la sopravvivenza del tumore, la MCL1. Le cellule muoiono, la crescita tumorale si blocca».LEGGI ANCHE› Prevenzione tumori: stop a dolci e pane e pasta non integrali
In pratica, la cellula tumorale muore letteralmente di fame: da un lato nel sangue non trova più glucosio a sufficienza per far funzionare il suo metabolismo, dall’altro la metformina blocca vie alternative di produzione di energia che la cellula ‘accende’ quando le scorte di zucchero scarseggiano. In alcuni topolini i tumori sono scomparsi, perciò i risultati sono promettenti; tuttavia prima di un’applicazione clinica serviranno studi nell’uomo, che dovrebbero partire a breve per valutare innanzitutto la tollerabilità dell’associazione fra dieta a ridotto contenuto di zuccheri e metformina.
“Quindi valuteremo l’efficacia per fermare la progressione del tumore in aggiunta a terapie già in uso, come la chemioterapia”, dice Minucci.
L’accoppiata potrebbe rivelarsi un’arma in più per combattere i tumori quando sono già comparsi, ma l’alimentazione povera di zuccheri da sola potrebbe prevenirli? La scienza non ha ancora dato una risposta certa alla domanda, sebbene gli studi siano ormai molti: negli animali da esperimento è chiaro che introdurre pochi zuccheri ha un effetto positivo in prevenzione e terapia, nell’uomo è più difficile da dimostrare perché regimi molto ‘stretti’ come quelli applicati sugli animali (esistono perfino studi che hanno testato la dieta no-carb, inattuabile nell’uomo) sono complicati e anche rischiosi da seguire, al di fuori di uno stretto controllo medico e per periodi di tempo molto limitati.
Anche perché si potrebbe pure rischiare su un altro versante: uno studio presentato all’ultimo congresso dell’European Society of Cardiology ha dimostrato su circa 450mila persone seguite per quindici anni che una dieta troppo povera di carboidrati aumenta fino al 51 per cento il rischio di morire per un infarto o un ictus.
L’autore, Maciej Banach dell’università di Lodz, spiega: «Una dieta a basso o bassissimo contenuto di carboidrati può servire nel breve termine a perdere peso, abbassare la pressione o controllare la glicemia; nel lungo periodo può portare a squilibri nell’introito di nutrienti importanti che si trovano nei cibi che contengono carboidrati, come frutta e verdura».LEGGI ANCHE› La dieta che non fa soffrire? Esiste: per dimagrire riduciamo gli zuccheri e puntiamo su alimenti integrali e vegetali
La lezione quindi è che i carboidrati non vanno eliminati né drasticamente ridotti, basta sceglierli nel modo giusto: una dieta che prediliga alimenti a basso indice glicemico, ovvero con carboidrati a lento assorbimento da cereali integrali, frutta, verdura e legumi, e riduca al massimo quelli ad alto indice glicemico (come gli zuccheri semplici dei dolci, che vanno subito in circolo e fanno schizzare la glicemia) a oggi è ritenuta la migliore per mantenere bassa la glicemia nel sangue e quindi anche il rischio di tumori, malattie cardiovascolari e metaboliche.